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Storia di Siniscola

“Il nome potrebbe derivare dal latino finis scholae (confine di corte) o finis colle (ai piedi del colle) oppure dal greco Sin (dio Luna) e Schole (riposo), da cui Siniscola (riposo del dio Luna).
Le prime documentazioni che attestano l’occupazione del territorio di Siniscola risalgono al Mesolitico e al Neolitico. Sono, infatti, visitabili a circa tre chilometri dal centro abitato le Domus de Janas di Cuccuru ‘e Janas, nella strada provinciale tra Siniscola e La Caletta.
Si tratta di tombe prenuragiche scavate nella roccia su una collina di scisto. La fantasia popolare, come in gran parte della Sardegna, aveva attribuito un'origine misteriosa alle domus, come luoghi irreali popolati di fate o Janas.

Prima che gli archeologi facessero luce sulla funzione di questi siti, si credeva fossero abitate da esseri minuscoli, come appunto le fate ed i folletti, perché gli scavi nella roccia erano di così difficile accesso che sembravano destinati a dimora di esseri fantastici. Secondo la leggenda le Janas erano fate dal bell’aspetto che, potevano essere gentili o dispettose a seconda dei casi e delle persone oggetto delle loro attenzioni. Alcuni credevano che abitassero anche i nuraghi e i castelli diroccati.

Nel territorio di Siniscola sono stati rinvenuti microliti risalenti al neolitico antico-medio (6000 a.c) raccolti in passato nelle dune di Capo Comino, mentre si possono trovare evidenti tracce di frequentazione umana, risalenti al neolitico all'esterno della grotta di Elène Portiche sita sul versante occidentale di Monte Latu, dove nel terreno circostante sono stati ritrovati frammenti di vasi decorati (seconda metà del 5000 a.C.).

Nel territorio di Siniscola sono stati censiti circa 46 siti nuragici appartenenti all’età del Bronzo che contano 5 grotte di importanza archeologica, 32 nuraghi, 4 Tombe di Giganti e 4 villaggi nuragici oltre al Villaggio di Rempellos (situato nei pressi della Spiaggia di Berchida ma risalente al Medioevo).

La dominazione romana ha lasciato eloquenti tracce soprattutto nella valle di Bèrchida, dove si localizzano insediamenti rustici nelle località di Paule 'e Luca e Sas Domos Rutas e un insediamento tardo‑imperiale con annessa necropoli nei pressi della torre seicentesca di Santa Lucia; in zona erano ubicati presumibilmente il Portus Liquidonis, un importante punto di sosta lungo la direttrice che portava dall’antica Caralis (Cagliari) a Olbia (Civita prima e Terranova successivamente) e la strada di epoca romana situata a Capo Comino.

La nascita del borgo di Siniscola risale al periodo dell’Alto Medioevo, quando il territorio faceva parte del Giudicato di Gallura fino al 1323, quando si concluse il periodo giudicale in seguito alla conquista degli aragonesi. Successivamente, come quasi tutta la Sardegna, Siniscola passò sotto il dominio della monarchia spagnola, tra incursioni di saraceni e di pirati berberi. Queste incursioni resero necessaria l’edificazione di mura esagonali per la difesa del villaggio, e la costruzione tra il ‘500 e ‘600 di torri costiere di avvistamento e difesa, come quelle di San Giovanni e di Santa Lucia.

Alla fine del 1600 Siniscola crebbe demograficamente ed economicamente delineandosi come uno dei principali crocevia tra le coste della penisola grazie alla presenza dei due porti (San Giovanni e Santa Lucia).
Le descrizioni storiche dell’Ottocento (Angius) raccontano di un centro in crescita demografica e con un certo sviluppo basato sostanzialmente sull’attività agricola, sull’artigianato, allevamento e traffici commerciali.

Nel corso del Novecento Siniscola acquista un ruolo di rilevanza economica nell’area della Baronia.
Con l’unità d’Italia si assiste al passaggio dal governo sabaudo a quello italiano. La prima guerra mondiale (’15-’18) rappresenta per i sardi il primo grande viaggio verso il “Continente”. Una lapide collocata nella chiesa di San Giovanni Battista (patrono di Siniscola) ricorda le 74 vittime siniscolesi di questo conflitto.

In questo periodo si afferma la figura di Luigi Oggiano personaggio illustre di Siniscola nato nel 1892, uno dei fondatori del Partito Sardo D’azione insieme a Emilio Lussu e Camillo Bellieni.

Durante la seconda guerra mondiale Siniscola affronta un duro periodo di crisi sociale ed economica.
Nel primo dopo guerra si assiste ad un’emigrazione di massa dei siniscolesi verso il Belgio per fare i minatori e come operai verso la Germania.
In questo periodo si assiste ad un inarrestabile sviluppo edilizio, nascono le prime fabbriche e sorgono i primi interventi balneari nel settore turistico nell’area di La Caletta.
Negli anni successivi sino ad arrivare ad oggi Siniscola ha assunto un ruolo dominante grazie alla presenza di attività amministrative, commerciali e come centro di importante rilevanza turistica.

Vista di Siniscola dalla collina di Sa Thurulìa e scorcio della chiesa di San Giovanni al centro della cittadina.

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